Lacco Ameno
Ultima modifica 23 ottobre 2023
Territorio
Ischia, luogo d'incanto, spettacolo paradisiaco per la varietà dei panorami. Isola dai mille contrasti nei suoi toni moderni e nelle sue tradizioni. Isola affascinante in tutte le sue località, in tutti gli angoli, anche quelli meno conosciuti. Basta lasciare un luogo e se ne incontra un altro, ed il nuovo panorama con le proprie caratteristiche fa dimenticare subito quanto appena prima ha affascinato: una rincorsa verso la perfezione del creato. Un posto privilegiato occupato da Lacco Ameno con la Baia di San Montano, racchiusa, come una conchiglia tra Monte Vico e Monte Zaro. Lo sguardo si perde all'infinito, accarezzato dal mare azzurro e dalle rocce che ospitano una fitta vegetazione di pini mediterranei, castagni, carrubi, quercioli e ginestri.
Nello stesso tempo Lacco Ameno snob e rustico. In nessuna parte del mondo, forse, convivono con sublime armonia, il viver semplice e quello snobistico: contadini, pescatori e industriali nordici e stranieri; donne di casa e bellissime lavoranti di cestini di raffia con quelle sofisticate di città. Uno scoglio dalla forma singolare, il caratteristico fungo, dà al visitatore il primo saluto. Lacco Ameno, per estensione territoriale, il più piccolo comune dellIsola con appena 2.07 kmq e una popolazione di poco pi di quattromila abitanti. Dalle pendici del Monte Epomeo al mare si distendono bianche case, chiese piccole e raccolte, palazzi settecenteschi che si affacciano sul litorale, alberghi modernissimi e di gran lusso, e poi il Monte Vico con l'antica Torre aragonese, le strade alberate, i negozi di prestigio.
Storia
La storia di Lacco Ameno si confonde con l'inizio della civiltà sull'Isola e nel Sud Italia: per secoli la cittadella greca sul Monte Vico è stato l'unico centro abitato dellIsola ed il faro della cultura greca nel Tirreno. È accertato che l'antica cittadina di Pitecussai - fondata nel VIII sec. a.C. dai greci Euboici - era ubicata sul Monte Vico e si distendeva verso l'attuale Piazza Santa Restituta. A Lacco Ameno infatti è stata ritrovata la celebre Coppa di Nestore (730 a.C.) che reca incisi, in caratteri calcidesi, tre versi d'amore di straordinaria bellezza.
Alla coppa di Nestor ber valea la pena
Ma, chi alla mia sorseggia, dal desio
Della bionda Afrodite sar tosto preso.
Secondo la maggior parte degli studiosi, il nome Lacco deriva dal greco "lakkos" che significa pietra. Il 18 novembre 1862 il Consiglio comunale, presieduto dal Sindaco Carmine Mennella, chiese al re Vittorio Emanuele II l'aggiunta dell'aggettivo "Ameno" al nome Lacco; concessione poi accordata con decreto ministeriale del 4 gennaio 1863. Lacco Ameno, anfiteatro che si apre sul mare, può legittimamente vantare di essere stato il volàno che ha lanciato e valorizzato turisticamente l'intera Isola.
Inoltre Santa Restituta la patrona della cittadina e dell'intera Isola, il cui corpo, secondo la tradizione, era adagiato in una fragile barchetta, dalla lontana Africa giunse miracolosamente nella baia di San Montano. Il 16, 17 e 18 maggio di ogni anno si svolgono, a ricordo di tale miracoloso evento, solenni festeggiamenti. Gli scavi archeologici hanno localizzato nel territorio di Lacco Ameno la prima colonia greca dell'occidente, Pithecusa. I vari reperti sono stati portati alla luce ed esposti nel Museo di Santa Restituta e in quello di Pithecusae che è ubicato nella settecentesca Villa Arbusto.
La vita dei Pitecussai era molto semplice: gli uomini si dedicavano ai campi e alla caccia; molti erano pescatori; altri lavoravano la creta. Le donne invece passavano la giornata in casa a filare e a educare i figli. Si veneravano gli dei della Grecia ed in particolare Poseidone (Nettuno), dio del mare; Apollo, cui era dedicata la fonte di Nitrodi a Buonopane. Rilevante anche il culto del dio dell'amore, Eros. Nell'82 a.C. la cittadella fu rasa al suolo da Silla, pochi abitanti avevano dato appoggio al rivale di Silla, Mario. Da allora si persero le tracce della città dei Pitecussai. Le testimonianze storiche ci indicano che a Lacco si sviluppò ben presto una comunità di Cristiani che scelse come luogo di culto un cisternone romano. La cittadina, come peraltro l'intera Isola, attraversò nel Medioevo un periodo di declino che si arrestò nel 1400 con la venuta degli Aragonesi. Seguirono poi nel corso dei secoli le invasioni e le distruzioni dei saraceni. Tristemente famoso lo sbarco dei turchi del 1635: venne profanata perfino la statua di S. Restituta e rubate anche le campane della basilica.